Storia

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Invito alla Sardegna

Se c’è nel mondo una terra singolare, diversa da tutte le altre, antichissima per età geologica ma assai giovane nella storia della conoscenza da parte degli uomini moderni, ricca di fascino misterioso, esaltata e idolatrata, calunniata e disprezzata, questa terra è  la Sardegna. Fino alla seconda metà  dell’Ottocento gli Europei poco o nulla sapevano di quest’Isola: non avevano avuto ancora la ventura di scoprirla per rivelarne gli aspetti eterogenei di una realtà sconcertante e stimolante. Fino a quell’epoca, avevano fatto testo le descrizioni false e bugiarde degli autori antichi che si erano accaniti ad affastellare alla rinfusa dati e notizie inventati di sana pianta, creando miti e leggende che avevano nei secoli avviluppato la Sardegna di una tristissima fama. Dopo che Alberto della·Marmora aveva invogliato descrittori e viaggiatori di tutta Europa ad affrontare fatiche, disagi, pericoli e disavventure per verificare le meraviglie di una terra diversa ed il carattere di una gente singolare, l’isola divenne meta preferita di escursioni, puntate brevi o soggiorni prolungati, motivo d’interesse o esperienza diretta per una schiera di illustri personalità dell’arte, della scienza e delle lettere, da Balzac a W. H. Smyth, da J. W. Tyndale a Padre Bresciani, da A. Boullier al barone von Maltzan, da Valery a J. D. Neigebaur, da G. Jourdan a Domenech, da E. Roissard de Bellet a Tennant, a Flitch, agli italiani Baldassarre Luciano, Mantegazza, Corbetta, Serafino, Niceforo e Orano, al francese Vuillier, al russo Semenov, all’inglese D. H. Lawrence….

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